Negli anni ‘80, la spesa militare USA rappresentava circa il 6% del PIL.
Al termine della cosiddetta Guerra Fredda, tale spesa scese al 3-4%. In Europa, il calo è stato ancora più netto, raggiungendo l’1,5% del PIL.
Dal 1992, si stima che l'Europa abbia speso 8,6 trilioni di dollari in meno rispetto ai livelli della Guerra Fredda.
A questo punto, con l’obiettivo di rafforzare la Difesa Europea, è facile immaginare che si andrà facilmente ad investire oltre il 2% del PIL.
Il focus non è solo sulla spesa totale, ma sugli investimenti strategici.
Nel 2023, l’UE ha investito 72 miliardi di euro nel settore della Difesa (26% del totale), con previsioni oltre i 100 miliardi nel 2024. Tuttavia, il 78% degli ordini recenti è andato a fornitori extra-UE, mentre il 50% delle produzioni europee è stato esportato.
Tra le aziende chiave di questo settore, possiamo annoverare:
1) BAE Systems --> Solido portafoglio ordini con visibilità sui ricavi per tre anni
Forte posizione nei settori Cyber, Air e Naval, con benefici dalla domanda AUKUS (un patto di sicurezza trilaterale tra Australia, Regno Unito e USA)
Rendimento azionario interessante con buyback da £1,5 miliardi e dividendo del 4%
2) Thales --> Alta generazione di cassa e ritorni per gli azionisti
Crescita in difesa, aerospazio civile e digitalizzazione
Leadership in radar, sonar e sicurezza informatica
3) Safran --> Dominio nei motori aeronautici e componenti elettromeccaniche
Margini elevati e forte crescita del cash flow
Buyback da 5 miliardi di euro tra il 2025 e il 2028
Ci sarebbero anche Rheinmetall e Leonardo… ma hanno già corso troppo sui mercati azionari nell’ultimo anno (+125% e +84%)
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