BTP ITALIA: opportunità di acquisto Il panorama finanziario attuale vede l'inflazione contrarsi rapidamente, mentre gli investitori sono concentrati sull'attesa di futuri tagli dei tassi. In questo contesto, emerge un aumento dei prezzi sui titoli a tasso fisso e a lungo termine, mentre i titoli legati all'inflazione ricevono scarsa attenzione, con marginale miglioramento correlato all'effetto dei tassi. Un esempio è rappresentato dal BTP Italia 28.06.2030, il quale, nonostante sia quotato circa 95,80 e un rendimento (YTM) del 2,30% "reale", registra una performance dell’ 1,6%. In confronto, un BTP nominale con pari durata (15.06.2030) quota 102,20, offrendo un “YTM” del 3,35%. La differenza di rendimento suggerisce che il mercato stimi un'inflazione media annua di circa l'1% per i prossimi 6,5 anni. Analizzando le aspettative della BCE, che prevedono un'inflazione media non inferiore al 2%, ci aspetteremmo un “YTM” del 2,30% + 2% = 4,30%. È preferibile dunque orientarsi verso scadenze più lunghe, come il BTP Italia 28.06.2030, per due motivi chiave: innanzitutto, la “duration” lunga è premiata dalle attese di tagli dei tassi nel 2024 e 2025; in secondo luogo, le scadenze brevi potrebbero presentare cedole più magre a causa del contenimento dell'inflazione, ma ci si aspetta un miglioramento significativo a partire dalla metà del 2024, una volta superata la fase di riduzione dei prezzi. Per gli investitori già in possesso di BTP Italia, si suggerisce di considerare la vendita dei titoli a scadenza breve in favore di scadenze più lunghe tra il 2028 e il 2030, tutte al di sotto della pari. Va notato che il BTP Italia, che paga l'inflazione italiana in ogni cedola, resta preferibile rispetto ai BTP legati all'inflazione europea, i quali pagano l'inflazione solo al momento del rimborso o della vendita.
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