In Giappone ci sono molte aziende che stanno trasformando il proprio “business model”, dismettendo divisioni in perdita che non sono ancora del tutto apprezzate dal mercato.
Tra queste possiamo annoverare Konica, Minolta e Fujitsu.
Ci sono poi aziende che presentano bilanci solidi e con una buona cassa: queste offrono un potenziale di miglioramento e un possibile oggetto di campagne di “payout” per gli azionisti.
Tra queste Hosiden (una piccola società che fa componenti elettronici che è arrivata ad avere più cassa di quello che vale in borsa), Mabuchi Motor e Casio.
Ci sono inoltre aziende che sono leader mondiali nei rispettivi settori come Sony, Toyota, Keyence,Panasonic, Mitsubishi, Nikon e Advantest con valutazioni “ragionevoli” rispetto a fondamentali di buona qualità e bassissimi livelli di indebitamento.
Segnalo tre fattori interessanti:
- Ci sono stati notevoli afflussi degli investitori stranieri negli ultimi 3 mesi, con oltre 70 miliardi di dollari che sono entrati sul mercato azionario.
- Warren Buffet ha dichiarato, di recente, che l’azionario giapponese è al secondo posto, dopo gli USA, come suo mercato preferito. In effetti, anche la capitalizzazione di oltre 3.500 miliardi di dollari USA rappresenta il 6% dell’Indice Mondiale delle borse (MSCI World) e ne fa il secondo più grande mercato azionario.
- Lo yen è sceso rispetto all’inizio dell’anno e risulta interessante per gli investitori stranieri. Se i tassi restano fermi, ci sono le condizioni per una buona crescita dei prezzi degli “asset”.
Da notare anche tre rischi:
- il potenziale apprezzamento dello Yen, in caso di inversione della politica monetaria della Banca del Giappone, potrebbe impattare negativamente sulle aziende giapponesi;
- un rallentamento dell’economia globale, data la forte dipendenza dell’economia giapponese dalle esportazioni, potrebbe causare qualche problema;
- la concorrenza delle società cinesi e sudcoreane, nei settori delle macchine industriali e dell’automobile, potrebbe rappresentare una minaccia nell’imminente futuro.
Bilanciando prospettive di crescita e potenziali rischi, penso che un posizionamento giapponese, a cambio aperto, sia una buona diversificazione in questo momento.
Per maggiori informazioni scrivetemi pure a bernardo.calini@gammamarkets.it
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