Con riscatto della laurea si intende la possibilità di valorizzare
a fini pensionistici il proprio percorso di studi universitario.
Fino al 2019, il costo per ogni anno di laurea era dato dal
totale della retribuzione annua lorda moltiplicato per 33%.
Successivamente invece, dal 2019, è stato introdotto il
regime agevolato che permette di usufruire di una riduzione
del costo di riscatto fino al 70% e pagare 5.250 euro per ogni
anno di laurea.
Quest’ultima ipotesi non rappresenta un vantaggio per
coloro che hanno iniziato a lavorare e a contribuire prima del
1° gennaio del 1996, quando eravamo ancora nel regime
“retributivo”.
Tuttavia il riscatto agevolato è vantaggioso se l'anzianità al
31.12.1995 è di pochi anni (e quindi la penalizzazione
derivante dall'opzione di passaggio al sistema contributivo
non è pesante).
E’ inoltre necessario sottolineare il caso dei soggetti privi di
anzianità contributiva al 31/12/1995, il cui corso di laurea da
riscattare si colloca interamente o parzialmente prima del
31/12/1995.
Queste persone si trovano nel sistema contributivo puro ma,
per effetto del riscatto, passerebbero nel sistema misto
grazie all'acquisizione di anzianità contributiva alla data del
31.12.1995. Il riscatto agevolato in questa ipotesi, di
regola, non è conveniente in quanto determina la perdita
dell'opzione di pensionamento agevolato all’età di 64 anni.
Questo esempio conferma che esistono, nel mondo del
“Riscatto degli anni di laurea”, delle aree grigie, in quanto nel
tempo sono state fatte tutta una serie di modifiche,
agevolazioni e regolamenti che possono anche rendere non
vantaggiosa l’opzione del riscatto.
Inoltre, vale la pena di considerare le diverse ulteriori
alternative al riscatto, tra cui la possibilità di aderire a fondi
pensionistici privati che potrebbero risultare più adatti e
convenienti per i risparmiatori.
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